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Bring Me The Horizon a Milano: pogare per la propria salvezza

Oli Sykes e soci tornano in concerto in Italia agli I-Days per il tour del nuovo album: il racconto
Bring Me The Horizon a Milano: pogare per la propria salvezza

La storia si ripete per essere trasformata ed evoluta. I Bring Me the Horizon tornano a Milano a più di un anno di distanza dal loro ultimo passaggio tricolore, e nel frattempo molte cose sono successe. Quando, la sera del 7 luglio, la band capitanata da Oliver Sykes sale sul palco degli I-Days si porta inevitabilmente con sé i cambiamenti dell’ultimo periodo. Mentre veniva rinviata più volte l’uscita del nuovo album, “Post Human:NeX GEn" (“leggi qui la nostra recensione"), poi finalmente uscito lo scorso maggio come secondo capitolo della serie "Post Human", inaugurata nel 2020 con "Post Human: Survival Horror”, la formazione di Sheffield ha dovuto affrontare la separazione dal suo tastierista e produttore Jordan Fish. I Bring Me the Horizon fanno quindi ritorno nel nostro Paese con ancora intatta la loro identità e con una narrazione che riprende il discorso del tour precedentemente passato anche dalle nostre parti (qui il nostro racconto del concerto a Milano dei febbraio 2023), ma con una consapevolezza di se stessi maggiore.

Il compito di aprire la giornata di festival, ospitato dall’Ippodromo Snai San Siro, spetta al gruppo metalcore svedese degli Imminence - chiamati a sostituire i Bad Omens dopo l’annullamento del loro tour estivo a causa di problemi di salute del cantante Noah Sebastian. Sotto alcuni tentativi di pioggia, che fortunatamente si fermano sempre, va poi in scena Yungblud, la cui presenza agli I-Days nella stessa data dei Bring Me the Horizon si rivela successivamente una benedizione per i fan. L’artista britannico, classe 1997, porta sul palco quel suo immaginario che si ispira al pop punk di fine Anni ’90 e primi Anni Duemila, insieme all’esuberanza dei suoi pezzi più noti.

Sono le 21:30 quando, come da programma, il palco degli I-Days è pronto per accogliere gli headliner del 7 luglio. La scena è sistemata: una struttura di tre piani è disposta per incorniciare l’interno di una cattedrale gotica riprodotta sul fondo del palcoscenico. Gli schermi laterali mostrano quella che sembra la schermata iniziale di un videogioco ispirato a un anime: “Press start”, recita una scritta sotto il titolo “Post Human:NeX GEn”. I Bring Me the Horizon invitano nuovamente il pubblico a giocare con l’immaginario già proposto con "Survival Horror Tour”, con una nuova storia, ma sempre legata a uno scenario distopico e al tema della dissoluzione dell’umanità. All’avvio del gioco, selezionato in modalità “estrema”, appare nelle sue sembianze di creatura femminile, un po’ mitologica e un po’ fantascientifica, l’avatar di E.V.E, un progetto virtuale di intelligenza artificiale programmato per "condurre esperimenti di massa sugli esseri umani" per aiutare a svelare i misteri dell’evoluzione. Il pubblico viene messo in guardia su un’imminente apocalisse e sul fallimento dell’umanità, mentre Oli Sykes, il batterista Matt Nicholls , i chitarristi Lee Malia e John Jones, insieme al bassista Matt Kean si dispongono in scena su piani diversi. Le vetrate a mosaico colorato si illuminano sulle note, penetranti come un proiettile, di “Darkside”. La furia del pubblico si scatena immediatamente e il pit è un grande unico pogo, dove ballare, saltare e sgomitare sono indispensabili per la propria salvezza - e per quella dell’umanità, secondo E.V.E. 

Oltre alla narrazione potente e coinvolgente, messa a punto in questa forma così articolata nei concerti dell’ultimo anno, i Bring Me the Horizon sono un concentrato di frenesia e forza deflagrante. Il sound è solido, e l’atmosfera è ormai quella caratteristica della band. I suoni sono urgenti e fragorosi, e in brani come “Empire (Let them sing)” e “Mantra”, proposti già a inizio concerto, dettano ritornelli singalong e ritmi frenetici e ruffiani. Oli Sykes si prende tutto il centro della scena, da lui stesso progettata, tanto che i suoi compagni di band passano in secondo piano, eclissati dal carattere sovrastante del frontman e dal muro sonoro da loro stessi costruito. Le interazioni con i fan sono quasi assenti a parole, ma con impeto il cantante trascina il pubblico a cantare a squarciagola con lui, tra conflitti personali, crisi spirituali e autodistruzione. In alcuni momenti, la voce di Sykes arriva ad essere completamente coperta dai cori dei presenti.

Nell’ora e mezza di concerto, la scaletta si focalizza sul nuovo album, con molti singoli pubblicati da tempo e più che noti ai fan, ma non ancora suonati dal vivo in Italia, tra queste “Kool-Aid". Non mancano canzoni per celebrare “Sempiternal”, che lo scorso anno ha compiuto dieci anni e che al tempo della sua uscita ha segnato una svolta del sound della band britannica, vedendola sperimentare oltre i confini del linguaggio metalcore, hardcore punk e screamo dei lavori precedenti, ed evolversi attraverso la scoperta dell'elettronica e altri suoni. 

Mentre la cattedrale della scenografia viene distrutta da un incendio e l’umanità è minacciata da una creatura mostruosa che appare sullo schermo al centro del palcoscenico, la corsa musicale dei Bring Me the Horizon non conosce soste. E non si calma neanche la foga del pubblico, che diventa anche spettatore del duetto dal vivo di Oli Sykes e Yungblud sulla loro “Obey” del 2020. Per “non mancare mai di mantenere promesse”, come fatto nelle precedenti date del tour, il frontman dei Bring Me the Horizon invita a esibirsi con lui su “Antivist” un fan, che non ha per niente l’aria (e voce e capacità) di essere stato scelto casualmente. La parentesi dedicata al pubblico continua con “Drown”, che anche agli I-Days vede il frontman della band scendere dal palco e abbracciare le persone della prima fila. I cuori di tutti battono all'unisono sulla martellante “Can you feel my heart?”, prima dell’atto conclusivo con “Doomed”, l’euforia hyperpop di “Lost” e “Throne”. A Milano i Bring Me the Horizon mettono a segno un altro show dall’impatto importante, che li vede viaggiare sui binari giusti, in termini di originalità e personalità, ma anche di popolarità e successo. Con “Post Human:NeX GEn” Oli Sykes e soci non hanno lasciato dubbi che saranno in giro ancora per un bel po’ di tempo. E anche dal vivo si ritrova intatta la loro forza creativa.

Scaletta:

DArkSide
Empire (Let Them Sing)
MANTRA
Teardrops
Kool-Aid
AmEN!
The Best Is Yet to Come (registrata)
Shadow Moses
Obey (con YUNGBLUD)
Top 10 staTues tHat CriEd bloOd
Itch For The Cure (registrata)
Kingslayer
Parasite Eve
Antivist (con un fan)
Drown
Can You Feel My Heart

BIS

Overture (registrata)
Doomed
LosT
Throne

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